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pp. 672, Nuovi Mondi, 2008 Euro 18,50
Orhan Kemal
La lotta per il pane

Ventiquattro racconti ambientati negli anni Quaranta del
Novecento, ventiquattro storie di poveri personaggi, delineati
nell’atto di affrontare, quasi guerrieri inermi, la loro
faticosa esistenza quotidiana, connotati e colti nella solidezza
di una lingua viva, plasmata sul linguaggio parlato, allora in
uso; un travagliato processo questo – letterario, linguistico,
comunicativo, dunque etico, politico, estetico/sintattico – che
arriva in parte a soccorrere la dizione del meddah, il narratore
che raccontava agli angoli delle strade, nei caffè, sulle piazze,
le storie via via sfuocate, eppure innervate di perennità, fuori
del tempo, di una volta. Questa volta è invece Orhan Kemal a
raccontare ciò che nelle vie, nelle piazze, nei cortili, negli
occhi, nei corpi egli vede e sente succedere: in un’attualità
aggiornata che mantiene la vivacità e l’indugio, i puntini
sospesi del fraseggio dei narratori professionali, reinstaurando
fra i personaggi messi all’opera, tirati in ballo, e visti agire,
il dialogo, reversibile in apostrofe al pubblico, al lettore, a
se stessi. È una discesa in campo, nell’arena della drammatica
lotta per il pane. La lotta per il pane si inserisce nella
collana de I Cahiers de Voyage, romanzi per viaggiatori
illuminati che vogliono arricchire lo spirito e il bagaglio
culturale, racconti in cui i luoghi si delineano attraverso la
vita di figure emblematiche e popolari, fornendo al lettore un
dipinto delle varie regioni d'Europa attraverso i secoli.
Cahiers de Voyage forniscono spunti culturali attraverso le
parole di scrittori contemporanei, autori di opere uniche, nate
dall’emozione di visitare i luoghi d’origine di personaggi
d’altri tempi. Cahiers de Voyage rappresentano un’occasione non
solo per far conoscere la vita e le opere di artisti e letterati
ma anche per scoprire attraverso di essi i valori e le
tradizioni della gente, svelando le atmosfere delle nostre
regioni quali custodi gelose di un senso antico delle cose. |
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...è un ottimismo naturale, raggiunto vivendo, e non
imparato a qualche scuola, quello che aleggia nei racconti, è alimentato
dall'ambiente, dagli amici, dalle corse nei campi di calcio...
Orhan Pamuk
Un ottimismo nutrito anche dagli amori e dai baci
furtivi ma schioccanti nelle anguste alcove verticali, formate da pance
e rientranze di muri decrepiti nei quartieri suburbani. Ventiquattro
racconti, ambientati negli anni Quaranta del Novecento, di ciò che nelle
vie, nelle piazze, nei cortili, negli occhi, nei corpi il narratore vede
e sente succedere: in un'attualità aggiornata che mantiene la vivacità e
l'indugio, i puntini sospesi del fraseggio dei narratori professionali,
reinstaurando fra i personaggi messi all'opera, tirati in ballo e visti
agire, il dialogo, reversibile in apostrofe al pubblico, al lettore, a
se stessi. È una discesa in campo, nell'arena della drammatica lotta per
il pane.
Giampiero Bellingeri
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