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ARCHIVIO LA REPUBBLICA DAL 1984

Piccole perle dalla Turchia

Repubblica — 14 giugno 2008 pagina 35 sezione: ALMANACCO DEI LIBRI

Da qualche tempo, e meritoriamente, è in atto una riscoperta della letteratura turca del

Novecento. Non solo nei paesi europei più attenti alle vicende della Turchia, ma

soprattutto e con nuovo impeto in Italia. La valorizzazione di testi mai tradotti prima ha

origine, com' è ovvio, dall' assegnazione del premio Nobel a Orhan Pamuk. E va a

ritroso. Dando così nuova luce non solo a scrittori attuali (Elif Shafak, Yashar Kemal,

Zulfu Livaneli, Mario Levi, Perihan Magden e altri), ma a intellettuali del passato meno

noti, arrivando fino al capostipite, il grande poeta Nazim Hikmet. Questo ideale filo rosso

passa oggi per Orhan Kemal, di cui la casa editrice veneziana Lunargento propone un

piccolo ma significativo volume di racconti. Sono testi di grande potenza espressiva,

come quello che dà il titolo al libro (La lotta per il pane). Ma è sufficiente leggere le altre

piccole perle, come quella del cucciolo di cane umiliato dai ragazzi di strada, o quella

dell' ortolano ambulante che si decompone al brusio degli insetti come la frutta che

trasportava nella cesta, per comprendere tutto il successo popolare di cui Kemal godette

in Turchia. Eppure, anch' egli, come tanti scrittori oggi, fu un autore vessato, incarcerato,

infine morto in esilio. Nato nel 1914 nella Cilicia tuttora cantata da Yashar Kemal, Orhan

Kemal fu avvocato, deputato, ministro della Giustizia, e fondatore di un partito

conservatore al momento sbagliato, proprio quando nella giovane Repubblica di

Turchia istituita da poco, governava la figura già storica di Mustafa Kemal, cioè Ataturk, il

padre dei turchi. Fu appunto in prigione che conobbe Hikmet, di cui si considerò allievo,

e del quale a tratti ricorda l' intuizione poetica. A ragione scrive dunque il curatore

Giampiero Bellingeri, traduttore di Pamuk, che «ben vengano le scoperte, spesso

tardive, soprattutto se accompagnate dalle più ponderate riscoperte». - Marco Ansaldo

 

 

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